Scrivere un curriculum vitae convincente non è cosa facile: ci sono dei piccoli accorgimenti da seguire che riescono a trasformare una banale lista di esperienze lavorative in una chiave per aprire la serratura della professione dei tuoi sogni. Come attirare l’attenzione di un recruiter? Impariamo, insieme a Matrix Digital Factory, le regole per scrivere un buon CV per rispondere alle offerte di lavoro o per proporsi ad un’azienda!
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Indice dei contenuti
Come scrivere un curriculum vitae: le regole auree
Prima di tutto è necessario stabilire che un curriculum non deve presentarsi come un documento passepartout valido in ogni occasione, ma deve essere personalizzato a seconda della posizione e dell’azienda per cui ci stiamo candidando.
Iniziamo a scrivere il CV, dunque, partendo da una piccola presentazione personale che spieghi perché abbiamo deciso di candidarci per quel determinato ruolo e quale valore aggiunto pensiamo di apportare con le nostre competenze e abilità. Per scrivere una buona descrizione professionale, leggiamo attentamente la job description, cioè l’offerta di lavoro pubblicata, in cui sono evidenziate le competenze e le esperienze di cui l’azienda ha bisogno per il ruolo da ricoprire. Pensiamo, dunque, di rispondere mettendo in luce le nostre qualità più calzanti rispetto alla richiesta di lavoro: in questo modo aumenteranno esponenzialmente le possibilità di essere contattati per il primo colloquio di lavoro.
Le informazioni che devono risaltare subito all’occhio di chi valuterà il nostro CV sono i dati personali: nome, cognome, data di nascita, residenza e contatti (mail e telefono). È preferibile aggiungere sempre anche il link al proprio profilo LinkedIn ed eventualmente ad altri account social, ad un blog o sito personale. Parliamo poi della foto: l’immagine che accompagna il CV deve essere necessariamente di tipo professionale, con sfondo neutro e outfit adeguato.
Quali esperienze formative e lavorative inserire nel curriculum? Procediamo per punti chiave, sottolineando solo ciò che è davvero rilevante o comunque pertinente per la posizione a cui aspiriamo. Nella parte dedicata alle esperienze di studio, includiamo titolo di studio e scuola, con eventuali esperienze all’estero. È bene menzionare in particolar modo Master o MBA che siano propedeutici alla job description dell’annuncio di lavoro al quale stiamo rispondendo.
Per quanto concerne il percorso lavorativo, invece, indichiamo il ruolo svolto e il nome dell’azienda, precisando la data di inizio e fine di ogni collaborazione e specificando le mansioni principali e le competenze maturate.
Le esperienze vanno elencate a partire da quella più recente aggiungendo a mano a mano le precedenti. Si possono inserire anche i corsi formativi seguiti per aggiornarsi o acquisire nuove competenze. È possibile che nell’elenco delle nostre esperienze lavorative o scolastiche siano presenti periodi di inattività: niente paura, basterà essere pronti a motivare questi “vuoti” spiegando le ragioni che ci hanno portati a compiere determinate scelte legate al nostro sviluppo professionale.
Inseriamo sempre le lingue conosciute ed il livello con cui le padroneggiamo, senza mentire: i selezionatori tendono a mettere alla prova la conversazione in lingua straniera durante i diversi step del colloquio di lavoro.
Ci troveremo poi a specificare le nostre competenze professionali e personali, i punti di forza e di debolezza, le aspettative: ricordiamoci che la sincerità premia sempre e che dati o qualità troppo gonfiate potrebbero rivelarsi un boomerang in fase di colloquio. Le hard skill o competenze tecniche devono comprendere sia le competenze informatiche che i tool e gli strumenti con cui abbiamo dimestichezza. Le soft skill devono riflettere in parte la nostra personalità: prima di elencarle proviamo ad analizzarci come se ci guardassimo dall’esterno e riconosciamoci pregi e difetti che possono essere migliorati.
Le esperienze non lavorative, gli hobby e gli interessi risultano fondamentali per la valutazione di un’eventuale assunzione: ricordiamo di parlare sempre delle eventuali attività di volontariato e delle skills acquisite in ambiti che potrebbero rivelarsi utili anche per la posizione per cui ci stiamo candidando.
Se lo spazio lo consente aggiungiamo un piccolo paragrafo in cui riportare una best practice significativa o un progetto soddisfacente che abbiamo seguito, inserendo i risultati ottenuti sia a livello personale che professionale.
Il curriculum si deve presentare agli occhi dell’esaminatore come un documento di facile e comprensibile lettura: meglio condensare tutte le informazioni in una pagina, preferendo elenchi puntati e parole in grassetto per sottolineare i passaggi che riteniamo interessanti. Font, colore e dimensione dei caratteri devono trasmettere una sensazione di precisione: scegliamo una comunicazione uniforme e non pasticciata.
Curriculum vitae: gli errori da non commettere
Se finora abbiamo visto cosa è meglio fare per ottenere un CV appetibile, ora scopriamo quali sono le azioni da evitare per garantirsi una possibilità di assunzione:
- utilizzare foto poco o per niente professionali;
- presentare un documento confusionario e prolisso;
- scrivere esperienze e competenze che non corrispondono a quelle reali;
- utilizzare lo stesso curriculum per offerte diverse;
- presentare un CV con errori di grammatica o ortografia;
- utilizzare caratteri strani, troppo corsivo o troppo grassetto;
- utilizzare una terminologia troppo tecnica per parlare di competenze semplici.
Il curriculum perfetto, forse, non esiste, ma con questo piccolo vademecum saremo sicuri di aver fatto del nostro meglio per rispondere in modo adeguato e puntuale all’offerta di lavoro per il ruolo desiderato!
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